Rinascita, non solo del business

Alessia e il fratello Alessandro erano davanti a noi, intenti a raccontare come i molti mesi di chiusura forzata avessero dato loro l’opportunità di realizzare l’ampliamento voluto per il loro Camping in Trentino.

I loro occhi brillavano di solidarietà fraterna e traspariva quel senso di “compimento” che provi quando ti sei buttato a capofitto per mesi in un’impresa pazzesca e non stai più nella pelle per vederla compiuta.

 

Fuori dai nostri uffici, la primavera abbagliava di azzurri e di verdi e di luce, come fosse l’anteprima di una stagione luminosa che non aspettava altro che di stupirli.

Un anno e mezzo prima, a quello stesso tavolo c’era solo Alessia, sola e avvilita. Alessandro aveva  meno assiduità al progetto, sottraendole una “spalla” importantissima nella conduzione dell’attività.

 

Le giornate invernali, nel silenzio della Val Rendena, si erano trasformate e la solitudine aveva cominciato a rimbombare intorno e dentro di lei: un vuoto che Alessia aveva cercato di riempire in mille modi, complicando le cose e confondendosi fino a pensare di mollare. Poi si è rimboccata le maniche.

Nella vita c’è quel momento di passaggio in cui il nostro ruolo si modifica: non siamo più solo figli, ma soprattutto siamo sostegno per i genitori che restano.

Non siamo più ragazzi, ma uomini e donne e compagni di chi ci ama e ci sostiene, anche senza appartenere all’ambiente in cui siamo cresciuti.

Le cose intorno a noi cambiano ed è questo il momento opportuno per cambiare anche noi, diventando adulti consapevoli, nella vita e nel lavoro.

Era necessario capirlo e, per aiutare Alessia serviva fare chiarezza sugli obiettivi e riorganizzare i programmi per crescere e ottenere di più sia dal lavoro, sia dalla vita.

Un lavoro senz’altro impegnativo, profondo, organico sia dal punto di vista personale, sia dal punto di vista dell’organizzazione e pianificazione.

Un lavoro che ha disegnato nuove prospettive.

Un lavoro che nulla, nemmeno una pandemia planetaria ha avuto il potere di arrestare.

Alessia ormai non la ferma più nessuno.

È come quando togli le rotelle alla bicicletta di tuo figlio e lui ha bisogno della tua mano sul sellino, mentre pedala e sbanda, disegnando con le ruote rocambolesche circonvoluzioni sul terreno,. Ogni tanto mette giù il piedino e rischia di cadere, ma non molla, finché, in un batter d’occhio, tu ti trovi al suo fianco solamente a incitarlo, mentre pedala sfrenato nell’aria libera.

Questa è lei, e noi con lei.

Grati per aver vissuto questa rinascita da vicino, lieti di un riavvicinamento fraterno voluto e consapevole, fiduciosi in una ripresa in cui i loro talenti saranno messi in gioco e avranno la meglio sull’emergenza, che ha segnato profondamente il turismo, ma che non potrà non rendere merito a chi ha deciso di mettersi in gioco.